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Cronache dagli schermi su Roma-Udinese

4 - 0

1 novembre 1998


Un uomo, un gigante: Pierre Wome. Il capitano del Camerun merita la citazione d'apertura di questa breve cronaca, avendo interpretato in maniera perfetta una partita che per la squadra giallorossa era fondamentale vincere, dopo il rocambolesco stop di Milano. L'Udinese del dopo-Bierhoff mette molta meno paura dell'anno scorso, ma rimane un avversario da non sottovalutare, e in effetti nel primo tempo la Roma sembra essere lontana dal trovare il modo di sbloccare la partita. In attacco torna Paulo Sergio accanto alle conferme di Totti e Delvecchio, mentre a centrocampo si rivede Di Biagio, dopo aver stabilito il record di rimediare squalifiche contemporanee in campionato, coppa italia e coppa uefa. Nella gara di oggi non verrà neanche ammonito, e anche questa è una notizia. Si nota subito la buona vena di Marco Delvecchio, molto più mobile del solito e probabilmente galvanizzato dalla doppietta a San Siro. Contro l'Udinese rimane a bocca asciutta, ma regala ai tifosi giallorossi forse la sua miglior prestazione in questo primo scorcio di stagione. Il solito Tommasi, ormai dominatore assoluto del centrocampo giallorosso, conferma di aver aggiunto al consueto lavoro di quantità anche un ottimo livello di qualità: i passaggi sbagliati dal tornante giallorosso nelle ultime partite si contano sulle dita di una sola mano. Accanto a lui brilla un Di Francesco in gran forma, rispetto agli ultimi impegni in cui era rimasto un po' in ombra. La difesa è schierata con quattro giocatori centrali di ruolo, con Aldair e Wome nelle inedite vesti di esterni. Entrambi andranno vicini al goal, con due gran tiri dalla distanza sventati da Turci con altrettanti miracoli. Il camerunese viene preferito a un Candela che dopo i mondiali di Francia non ha ancora ritrovato la forma della passata stagione. Chimenti continua a metterci del suo meglio per far rimpiangere l'assenza di Konsel: dopo aver meditato a lungo su come effettuare un rilancio, scodella la palla a pochi metri dall'area a un incredulo attaccante dell'Udinese, per fortuna prontamente ripreso dai difensori romanisti. E già in precedenza non si era visto un solo rilancio decente ad opera del portiere giallorosso. Un solo aggettivo: inguardabile. La prima frazione di gioco volge ormai al termine senza aver regalato grandi emozioni, quando un ostinato Zago difende una palla nella trequarti avversaria, e tra un rimpallo e l'altro ne viene fuori un assist per Di Francesco: gran destro e Olimpico in festa, giusto in tempo per salutare con un applauso il fischio finale dei primi quarantacinque minuti. Vantaggio meritato, si commenta, ma sudato e ancora striminzito. Dopo l'intervallo, la squadra che rientra in campo con la maglia giallorossa non è più la Roma: è il Brasile. Colpi di tacco, gioco al volo, azioni travolgenti: un assedio stellare alla porta di uno sbigottito Turci che poco può fare contro tanta furia e tanta determinazione. Un gran colpo di testa di Delvecchio libera Totti, in posizione defilata: chiunque avrebbe fermato il pallone e tentato un dribbling o un cross. Il principe di Porta Metronia invece non ci pensa due volte e scarica un fantastico sinistro al volo sotto l'incrocio. Un boato e un applauso interminabile salutano la prodezza con cui l'attaccante giallorosso ha degnamente festeggiato la fascia di capitano. Si riprende, e sale in cattedra quel Pierre Wome di cui si diceva all'inizio: fino a quel momento impeccabile in difesa, il terzino decide che è ora di farsi rispettare anche in attacco. Porta avanti un pallone con l'impeto di un carroarmato, resiste a due avversari, chiede il triangolo a Di Francesco che gli rende il pallone con un gran colpo di tacco che lascia di stucco i difensori bianconeri accorsi a tamponare l'azione. A quel punto il camerunese alza la testa e scodella millimetricamente il pallone sulle testa di Paulo Sergio. Impossibile sbagliare, con un servizio del genere. Tre a zero, ma i dolori per l'Udinese non sono finiti: quando la Roma inizia a divertirsi, all'avversario non resta che sperare che la gara finisca presto. Ancora gran gioco, e Delvecchio lanciato a rete viene fermato nell'unico modo possibile: rigore e grande imbarazzo sugli spalti, dopo l'incredibile sequenza di errori dal dischetto delle ultime partite. Chi sbaglierà stavolta ? Paulo Sergio si propone per il tiro, ma all'ultimo momento viene sostituito da Totti, che deve riscattare l'errore di una settimana fa. Palla da una parte, portiere dall'altra. Risultato larghissimo e i cinquantamila dell'Olimpico festeggiano, tra coppe e campionato, la settima vittoria in sette partite. La Roma non si ferma, e nei venti minuti finali continua a regalare spettacolo e emozioni. Grande entusiasmo, al di là delle quattro reti, per una prestazione veramente travolgente che non ha lasciato respiro agli avversari. E ai tifosi bianconeri non rimane che chiedere l'armistizio, presentandosi al confine con la curva giallorossa per un amichevole scambio di sciarpette, accettato di buon grado dai tifosi della Nord e salutato con applausi dal resto dello stadio. I tifosi friulani del resto non hanno dimenticato il giorno in cui i settantamila dell'Olimpico trascinarono l'Udinese al pareggio, pur di mandare in B l'odiata Fiorentina. Ai già citati Di Francesco, Tommasi, Wome, Totti e Delvecchio, tra gli artefici della vittoria va incluso uno strepitoso Zago, eccellente in ogni parte del campo. Unica nota stonata della giornata, l'ennesima prestazione incolore di uno spento Di Biagio. Ma i mondiali, si sa, sono lunghi da smaltire. E ora si pensa alla battaglia di Leeds, ma prima c'è da togliersi uno sfizio: domani occhio a Salernitana-Lazio... in molti sono convinti che sia arrivata l'ora per i campani di cogliere la prima vittoria del campionato...







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