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Cronache dagli spalti su Roma-Chievo

2 - 1

22 settembre 1998


La diretta televisiva, l'avversario di scarsa levatura e la qualificazione che sembrava scontata hanno tenuto le grandi folle lontane dall'Olimpico, ma i diecimila fedelissimi che erano sugli spalti hanno avuto di che soffrire, prima di festeggiare il passaggio agli ottavi. La solita Roma, inesistente nel primo tempo, ci ha messo infatti oltre un'ora a scacciare l'incubo di una clamorosa eliminazione al primo turno, e altri venti minuti per mettere finalmente al sicuro il risultato. C'è Bartelt dall'inizio, la difesa è inventata con tre riserve (Wome, Petruzzi e Dal Moro) più Candela fuori ruolo (sulla destra), Tomic gioca per la prima volta da centrale, in avanti fiducia anche per Gautieri accanto al capitano Totti. I giallorossi sembrano fin dall'inizio aver preso con troppa sufficienza l'impegno (era sufficiente anche lo zero a zero), mentre i veronesi (sostenuti da ben quindici tifosi in tribuna Montemario), esaltati dal palcoscenico dell'Olimpico e dal valore dell'avversario, ce la mettono tutta. Dal Moro fa il suo dovere in difesa, ma come supera il centrocampo sbaglia anche gli appoggi più elementari meritandosi i fischi del pubblico. Totti è inesistente, Tomic rimane un oggetto misterioso, Bartelt si muove molto e vince sempre in velocità il confronto con il diretto avversario, ma quasi mai riesce a concludere. La solita dormita generale della difesa romanista permette al Chievo di andare in vantaggio e di rimettere la qualificazione in discussione. Lo svantaggio non sveglia la Roma, che solo nel secondo tempo, forse dopo una strigliata di Zeman negli spogliatoi, sembra avere un briciolo di convinzione. A mezz'ora dalla fine, solita staffetta Bartelt-Delvecchio ma soprattutto Aldair al posto di Dal Moro, e con il "rosso" in campo la differenza si fa subito sentire. Il centravanti appena entrato difende bene un pallone e mette Alenitchev davanti alla porta. Il russo scarica il suo sinistro sotto la traversa, e all'Olimpico si torna a respirare. La curva Sud, che per tutta la partita non ha smesso di incitare la squadra (a parte i comprensibili fischi alla fine del primo tempo), festeggia la fine della paura prendendosela con il presidente Sensi. Delvecchio sembra meno in forma di Bartelt e meno efficace sul piano personale, ma in questa partita riesce forse ad essere più utile dell'argentino nei confronti della squadra: è suo anche l'assit per Carmine Gautieri che dal vertice destro prende la mira e inventa uno straordinario tiro ad effetto che gira fino ad insaccarsi sul palo opposto. "Laziale cambia canale", è l'urlo con cui la curva archivia qualificazione e vittoria. Wome continua a non sbagliare praticamente nulla e a collezionare ottimi interventi in anticipo, mentre il nuovo entrato Tommasi si guadagna un posto fisso nella siglia di "mai dire goal" con un doppio intervento (colpo di testa sbagliato e rinvio svirgolato) che la dice lunga sulle sue capacità tecniche. Alla fine la Sud chiama i giocatori sotto la curva, ma il solo che coglie l'invito è Marco Delvecchio. La sua prestazione però non è piaciuta ai tifosi, che, dopo averlo incitato durante la partita, alla fine perdono la pazienza e gli riservano soltanto fischi. Il centravanti allora ci ripensa, torna indietro e senza salutare si infila nel sottopassaggio per gli spogliatoi. La speranza tra i tifosi è che, quando arriveranno avversari più consistenti, la Roma smetta di complicarsi la vita e di trovarsi sempre costretta a rimontare. Anche perchè alcuni palloni capitati in questa partita a Frezza e Marazzina avrebbero trovato ben altro esito tra i piedi di Del Piero o Batistuta.







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